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Alejandra
 
 

 

Ale aveva due anni quando il medico ha dovuto ammettere che c’era qualcosa che non andava in lei. Poi c’è voluto un altro anno abbondante per arrivare alla fine alla diagnosi: autismo.

 

E' stato un colpo duro, ma guardando col senno di poi credo che sia stato un bellissimo - anche se pesante - cammino di crescita, non solo per lei, ma anche per me. 

Quella diagnosi d'autismo, giunta dopo mesi di incertezze, ha dato inizio a quello che allora mi sembrò un calvario, ma che oggi considero la mia grande storia d'amore con Ale: una danza tra me e lei, piccola ballerina sorda alla vita, rinchiusa in quel suo mondo pieno di rabbia e di silenzio.

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Io e lei, spinte per forza sulla pista da ballo. All'inizio non riuscivamo nemmeno a seguire il ritmo di quella musica a noi  sconosciuta: ci sembravano soltanto delle note stonate, ognuna si muoveva a modo suo e ci scontravamo, a volte ci pestavamo i piedi reciprocamente. 

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Poco a poco, col tempo, le note stridenti si sono trasformate in melodia e abbiamo imparato a danzare insieme. E il suo cuore si è aperto alla gioia, così come le sue labbra, che hanno finalmente dato voce all'angelo che era in lei.

 

Oggi ha 30 anni. Da quella crisalide è nata una farfalla che sta ancora perfezionando il volo, ma che ormai volteggia libera, felice di interpretare a modo suo la sua splendida danza con la vita.

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